La Meloni si chiede se il vicepresidente sappia la verità visti i precedenti storici dell’operaio
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il suo Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, hanno prontamente risposto alle parole del Secondo Vicepresidente, Yolanda Díaz, sul loro Paese, che hanno entrambi inquadrato “difficoltà” a livello di partito e interno livelli.
Il primo a reagire è stato Tajani che, in un messaggio su Twitter, ha espresso disagio per il fatto che il vicepresidente stesse “interferendo nella vita politica italiana esprimendo una valutazione inaccettabile delle decisioni del governo”.
“Le difficoltà elettorali del suo partito non giustificano abusi contro partner e alleati europei”, ha sostenuto il ministro italiano e leader di Forza Italia, formazione integrata nel Partito popolare europeo (Ppe). “Questo non è il modo di collaborare”, ha avvertito.
Inoltre, in un comunicato alla stampa, la Meloni ha inquadrato le parole di Díaz nel “dibattito di politica interna” in Spagna e ha messo in dubbio che il vicepresidente conosca le realtà del lavoro in Italia parlando di precarietà quando il Paese ha raggiunto “record storici” nel numero di persone occupate e contratto.
“Forse non è noto il lavoro che sta facendo il governo italiano”, ha giudicato, assicurando in nessun modo che si trattasse di qualcosa che lo preoccupava “in modo particolare” e attribuendolo alle “difficoltà interne che stanno incontrando altri governi”.
Díaz ha difeso la sua presenza alle manifestazioni del CCOO e dell’UGT del 1° maggio prima della sessione plenaria del Congresso di questo mercoledì, dopo che la deputata di Vox Inés María Cañizares lo ha denunciato come “il suo attivista sindacale preferito”.
Il capo laburista ha anche accusato il rappresentante di Vox che il programma “nascosto” della sua formazione coincideva con quello del presidente del Consiglio italiano, Georgia Meloni, “partito il 1 maggio in Italia per promuovere un decreto per l’organizzazione dei lavoratori”.
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