Meloni ha dichiarato ai giornali italiani Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa che la tassa del 40% non doveva essere punitiva.
“Lo rifarò. Perché credo che si debba fare la cosa giusta… Questa è una decisione che ho (io stesso) preso”, ha riportato la Repubblica.
“Questo è un tema delicato e me ne assumo la piena responsabilità”, ha aggiunto Meloni.
Nel tentativo di consolidare la sua base politica, lunedì sera il governo conservatore italiano ha annunciato una decisione a sorpresa, innescando una massiccia svendita di azioni bancarie il giorno dopo, non solo nelle principali banche italiane ma anche in altri giganti bancari dell’eurozona, riferisce seebiz.
Poi, meno di 24 ore dopo, si è parzialmente ritirato, chiarendo che l’importo massimo di imposta che le banche avrebbero pagato era lo 0,1 per cento del valore dei loro beni.
La tassa una tantum tassa i forti profitti che le banche realizzano grazie all’aumento dei tassi di interesse. Reuters sapeva al momento dell’annuncio della misura che il ministero delle Finanze italiano avrebbe raccolto meno di 3 miliardi di euro con la tassa. Tuttavia, prima di chiarire come è stato introdotto il limite massimo di imposizione, i calcoli mostrano un importo molto più elevato.
Avendo preso atto dell’assenza del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alla conferenza stampa della scorsa settimana in cui è stata annunciata la tassa, Meloni si è detto informato anche della decisione. Ma il resto del governo è all’oscuro per la delicatezza della questione, ha aggiunto.
Il governo italiano ha accarezzato l’idea di tassare i profitti record delle banche a causa di tassi di interesse più elevati, ma sembra aver parzialmente fatto marcia indietro, ma le sue opache comunicazioni in merito hanno suscitato preoccupazione tra gli investitori internazionali, riferisce Reuters.
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