Questo dramma si ripeté sulle coste italiane. Due navi, provenienti dalla Turchia e dal Maghreb, si sono arenate a circa 200 chilometri al largo delle coste calabresi, nel Sud Italia. Il bilancio fu enorme: sei persone furono uccise e più di sessanta risultarono disperse.
Undici persone sono state soccorse dalla guardia costiera e portate in ospedale per cure. Questi sopravvissuti possono anche testimoniare gli orrori vissuti in mare.
Prima che affondasse, la loro barca improvvisata è esplosa. Non c’erano abbastanza giubbotti di salvataggio per salvare tutti i passeggeri, come ha confermato Concetta Gioffré, agente della Croce Rossa italiana: “Le persone soccorse soffrivano gravemente, alcuni avevano ferite al bacino, gambe o braccia rotte. Ci hanno spiegato che la loro barca è esplosa prima di affondare. Hanno anche spiegato che la loro imbarcazione di emergenza che trasportava dozzine di persone aveva solo cinque o sei giubbotti di salvataggio. Quando affondò, la maggior parte di loro dovette aggrapparsi ai rottami della nave.
Dall’inizio del 2024, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha registrato 923 morti in mare. Il 2023 sarà l’anno più mortale dal 2016, con oltre 3.000 persone morte o disperse nel Mediterraneo.
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