Fede cristiana e vita politica – Opinione

L’elezione di Georgia Meloni a Primo Ministro virtuale d’Italia ha provocato un’attualità polemica sui social network sui limiti del potere politico nella gestione degli affari di Stato e, quindi, fino a che punto può o dovrebbe spingersi nell’attuazione delle sue convinzioni. come cristiano dichiarato, – credo cattolico… È già successo con Joe Biden, negli Stati Uniti. Non appena è stata eletta, il suo obbligo di legiferare contro l’aborto è salito in primo piano. Questo è ciò che alcuni cattolici italiani cominciano ora a pretendere dalla Sig. Meloni, come se l’abolizione dell’aborto fosse la prova definitiva e unica del cotone della loro fede religiosa.

La domanda che si pone è: un politico cattolico, quando ottiene un’autorità sufficiente per poterlo fare, dovrebbe essere obbligato a far valere la sua fede nella legislazione? Non credo, per il semplice motivo che la fede non è forzata, si propone, come diceva papa Giovanni Paolo II. Questo è ciò che ci separa dalla teocrazia islamica in cui non solo il Corano e gli “hadith” di Maometto compongono la “sharia” imposta, ma tutte le usanze ancestrali, come il velo o l’abbigliamento femminile che sanguina oggi nelle città iraniane. o l’Afghanistan, in netto contrasto con i legittimi diritti umani. Ma la stessa cosa sta accadendo, con un senso “democratico”, nei paesi occidentali governati da laici progressisti di sinistra -e di destra…- che cercano di imporre il loro nichilismo e vuoto morale, ossessionati dall’eradicazione – con decreti o leggi, legislazione eletta da una maggioranza parlamentare artificiale – eredità della civiltà cristiana e sostituendola con la libertà religiosa.

Nel suo libro “Chiesa, ecumenismo e politica”, il cardinale Joseph Ratzinger scriveva nel 1987 che il cosiddetto Stato di progresso presuppone, infatti, un ritorno ad uno stato antecedente alla buona novella cristiana (cioè al tempo di Nerone e Domiziano), una battuta d’arresto nel corso della storia. , che in fondo significa politica di schiavitù. Tuttavia, non credo che gli italiani, battendo i “progressisti” di sinistra e votando la sig. Meloni, considerato un postfascista, rinunciò a un forte desiderio di tornare ai valori morali che poteva rappresentare. , in qualche modo il partito dei “Fratelli Italiani”, ma a causa dell’esaurimento del trambusto e della mancanza di dubbi dei politici di sinistra che hanno perso di vista i reali bisogni del popolo.

Il caso della Spagna, già immersa nella campagna elettorale, è simile solo per alcuni aspetti a quello dell’Italia. Qui la destra democratica non aspira proprio ad abolire l’aborto ma, tuttavia, fino all’arrivo della sentenza della Corte Costituzionale, a qualificare alcuni aspetti di questa legge malvagia. È molto più preoccupato per altre leggi che sfidano anche il buon senso, come l’istruzione o quelle imposte da politiche di uguaglianza errate, che porre fine alla disgrazia delle alleanze di governo social-podemita con separatisti ed ex terroristi di cui sono orgogliosi.

In breve, pretendere che Meloni abolisca l’aborto come “summun” del bene comune, è ancora un’aspirazione utopica che, però, deve farsi largo a poco a poco, dopo una pedagogia politica più vicina alla verità umana, senza la necessità, inoltre, di punire le madri che preferiscono abortire. In questo senso, e per non cadere in un totalitarismo simile a quello dei politici nichilisti, ciò che si richiede al Governo che si costituisce è fare leggi che tutelino il diritto alla vita e offrano assistenza alle madri bisognose, oltre a informare il pubblico sugli aspetti sanitari, sociali e psicologici della repressione di vite innocenti.

Ci sono molte cose che Meloni può cambiare senza tradire le sue convinzioni. E uno di questi è alimentare le speranze delle persone dove oggi i materialisti di sinistra hanno cercato di ingannarli con il richiamo di una presunta nuova ideologia di genere celeste, sesso libero dall’infanzia – molto perverso! – e permissività morale. . E, in nome della pura democrazia, il minimo che ci si può aspettare dai nichilisti che ancora ci governano, non solo dalla sinistra, è accettare democraticamente i risultati elettorali vinti da altri partiti con scale di valori differenti, anche se fuori del rispetto della libertà umana.

Alberto Baroffio

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