In mezzo ai moderni grattacieli che riempiono il Paseo de la Reforma si trova un piccolo edificio di oltre 100 anni, che ricorda una grande casa ed è noto come chalet.
Questo edificio risale all’inizio del XX secolo.quando il mercante italo-messicano Dante Cusi Castoldi assunse l’allora architetto e ingegnere Rafael C. Goyenche per costruire la sua casa sul Paseo de la Reforma nel 1907 durante il periodo porfirico.
Sono nove anni dopo nel 1916, che comincerà ad abitarvi con la moglie Teresa Armella ei quattro figli Dina, Elodia, Ezio ed Eugenio. Questo edificio si trova in Av. Paseo de la Reforma numero 365, nell’ufficio del sindaco di Cuauhtémoc a Città del Messico.
Ha 600 mq costruiti e una superficie totale di 1.183 mq, la casa ha accesso tramite scale al primo livello e il luogo con la maggiore altezza è al centro del complesso e si può vedere un tetto piuttosto spiovente. L’intersezione delle piastrelle rosse indica che la costruzione ha un’altezza di circa 15 metri.
Il dottore in storia Alfredo Pureco Ornelas racconta un po’ degli italiani in una delle sue pubblicazioni relative agli uomini d’affari a Michoacán:
“Questo italiano era emigrato con la famiglia negli anni ’80 da Milano negli Stati Uniti. In un paese vicino ha intrapreso la carriera bancaria, ma non trovando opportunità di lavoro ha deciso subito di trasferirsi a Città del Messico”.
Don Dante Cusi Castoldi è nato il 17 novembre 1848 a Gambara e la sua storia di produttore agricolo nello stato di Michoacán è la storia di successo di un immigrato invitato dal presidente González.
Dante Cusi era un mercante italiano arrivato in Messico nel 1882 e anche proprietario delle haciendas Lombardía e Nueva Italia a Michoacán, che sono oggi le città dell’entità.
Durante il suo soggiorno nella capitale della nazione durante i primi decenni del XX secolo, affidò all’architetto Rafael la costruzione della sua casa, risultando in un edificio caratteristico sul Paseo de la Reforma.
Questa è stata una delle prime case situate sulla via Paseo de la Reforma, sebbene all’epoca fosse una delle più alte, è attualmente uno degli edifici più piccoli della zona.perché le persone intorno a lui erano molto più alte.
Lo chalet della famiglia Cusi, a più di un secolo dalla sua costruzione, continua ad attirare l’attenzione dei passantiperché quando lo trovano, smettono di apprezzarne l’unicità architettura in stile eclettico.
La struttura si presenta in ottime condizioni e nonostante l’intervento è riuscita a mantenere il suo stile di fabbricazione.
Si vede chiaramente che la facciata è realizzata in pietra, diverse finestre doppie e triple sono progettate con finiture in legno e fabbro applicate sia all’ingresso principale che sul balcone.
Dopo il processo rivoluzionario, la casa divenne proprietà di Don Antonio del Valle Talavera e dei suoi figli e nipoti, che avevano saputo custodirla con la massima cura.Hanno persino ampliato il loro spazio di servizio nel giardino est, implementando gli uffici delle dipendenze della Fondazione Kaluz e un piccolo ristorante situato nel seminterrato della casa.
Fortunatamente, attualmente le stanze dell’edificio sono utilizzate come uffici al piano superiore e al piano terra c’è una caffetteria aperta al pubblico, così puoi goderti la visita all’interno e all’esterno dei locali.
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