Dopo le dimissioni di Mario Dragi, i postfascisti sono pronti

crisi di governo

Dopo le dimissioni di Draghi, i partiti di destra pronti a prendere il potere: torna il “rischio italiano”.

L’Italia si prepara alle nuove elezioni in autunno dopo la partenza del premier Mario Draghi. Il presidente Sergio Mattarella ha sciolto il parlamento. Ciò significa che il Paese è ancora una volta un fattore di incertezza europea.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato le sue dimissioni al presidente italiano Sergio Mattarella.

Paolo Gia/EPO

Mario Draghi ha annunciato giovedì il suo ritiro. Il presidente Sergio Mattarella ha accettato le dimissioni di Draghi questa volta dopo averle rifiutate la scorsa settimana. Mercoledì, tre degli ex partiti della coalizione di Draghi si sono rifiutati di sostenere il primo ministro con un voto di fiducia. Si sono ritirati dal voto il Movimento Cinque Stelle, la Lega guidata dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e Forza Italia guidata dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Dopo aver accettato le dimissioni di Draghi, giovedì il presidente Mattarella ha sciolto il parlamento, senza cercare di formare un governo ad interim. Poiché le nuove elezioni devono svolgersi entro e non oltre 70 giorni dallo scioglimento della camera, devono essere fissate tra metà settembre e inizio ottobre.

Il partito è già in campagna elettorale

Draghi resterà in carica fino al giuramento di un nuovo governo. Tuttavia, il nuovo governo elaborerà un nuovo bilancio dello Stato, un affare delicato in Italia che è profondamente indebitato. La composizione politica del nuovo esecutivo sembra essere decisa: secondo le stime, l’alleanza di estrema destra di Lega, Forza Italia e il postfascista Fratelli d’Italia (FDI) difficilmente riuscirà a derubarli delle elezioni. vittoria.

Anche la Lega Matteo Salvini ha condotto una campagna elettorale con lo slogan

Anche la Lega Matteo Salvini ha condotto una campagna elettorale con lo slogan “Basta Euro”.

Riccardo Antimiani/EPA

I partiti sono da tempo impegnati in campagna elettorale: il leader leghista Salvini ieri ha convocato i suoi vertici di partito per formulare obiettivi di politica finanziaria e sociale. Perché ci sono: un nuovo condono fiscale, l’introduzione di una tassa fissa e la conferma di un’età pensionabile precedentemente bassa, che Draghi vuole alzare. Probabilmente i futuri partner di governo di Berlusconi e Meloni non resisteranno.

I mercati finanziari reagiscono istantaneamente

In altre parole, con le dimissioni di Draghi, l’Italia torna a essere un fattore di incertezza. I mercati finanziari hanno reagito al ritorno alla debolezza fiscale del Paese: dall’inizio della crisi di governo i corsi azionari alla Borsa di Milano sono scesi drasticamente, mentre il premio per il rischio dei titoli di Stato italiani rispetto al Bund tedesco è salito alle stelle.

Dopo la sicura partenza europea di Draghi, dove il peso dell’Italia a Bruxelles è aumentato, il Paese rischia di diventare un cantone insicuro sia a livello europeo che internazionale. I tre partiti ritenuti prossimi al potere sono quantomeno ambivalenti in termini di politica europea: la Lega è apertamente antieuropea e ha condotto una campagna elettorale all’insegna dello slogan “Basta Euro”. I postfascisti Fratelli d’Italia non sono andati così lontano, ma non sono stati immuni nemmeno da riflessi antieuropei.

L’Ucraina perde un sostenitore

Il più europeista resta Silvio Berlusconi, di cui Forza Italia è membro del Partito popolare europeo (PPE) al Parlamento europeo. La caduta di Draghi è una cattiva notizia anche per l’Ucraina, che ha perso il suo co-fondatore: Draghi ha sostenuto fin dall’inizio tutte le sanzioni occidentali. È stato anche uno dei primi a sostenere il rapido accesso dell’Ucraina all’UE.

A livello Ue, ha anche chiesto l’introduzione di massimali di prezzo per il gas russo per rallentare l’aumento dei prezzi dell’energia, particolarmente onerosi per le fasce della popolazione a basso reddito. Dopo la partenza di Draghi e il ritorno al potere dei due amici di Putin, Salvini e Berlusconi, Kiev ha dovuto fare i conti con il non riuscire più a trovare un collegamento a Roma.

Zita Russo

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