L’Italia cancella il nome dall’aereo di stato dopo le critiche per la dedizione ai fascisti

Roma, 14 marzo Il Ministero della Difesa italiano ha deciso oggi che saranno rimossi i nomi degli aerei della flotta dello Stato e verranno mostrate solo le insegne delle Forze Armate, dopo gli interrogatori parlamentari che hanno chiesto di eliminare la dedica di uno degli aerei a il fascista Italo Balbo. “Gli aerei della flotta della Nazione esporranno ancora una volta, nelle loro cabine di pilotaggio, il loro unico emblema delle Forze Armate, lo stemma repubblicano e lo stemma di riconoscimento internazionale. Pertanto, il nome Italo è stato omesso da Balbo e ogni altro riferimento che vada oltre i requisiti identificativi richiesti nel contesto internazionale”, ha spiegato il ministero in una nota. Pochi giorni fa, il segretario nazionale della Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, aveva sollevato un’interrogazione parlamentare chiedendo la rimozione dei riferimenti da uno degli aerobus che componevano la flotta dello Stato italiano in onore dell’aviatore fascista Italo Balbo, uno dei marescialli Benito Mussolini inviati a guidare la marcia su Roma per la presa del potere. “È con vergogna che abbiamo proposto un’azione parlamentare. Non credo proprio che in Germania qualcuno abbia mai sognato di dedicare qualcosa nel governo o nelle forze armate alla gerarchia nazista, così come in Francia, credo che nessuno l’abbia mai fatto. dedicare qualsiasi cosa ai nazisti. Gerarchi di Vichy”, ha detto Fratoianni. A rivelarlo è il quotidiano “Il Fatto Quotidiano”, il quale ha spiegato che uno degli aerei dello Stato, adibito alle missioni diplomatiche e al trasporto delle autorità, è dedicato alla gerarchia fascista, che si occupa di questo numero denunciando anche che il consiglio comunale di Orbetell, in Toscana (centro), ha accettato di dedicare una vecchia idrovolante, che ora è spazio per eventi culturali, a Balbo, sulla base della motivazione ufficiale che era comandante e pilota di la prima missione aerea Orbetello-Rio de Janeiro EFE ccg/si

Elena Alfonsi

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