È questa la politica sull’immigrazione di Giorgia Meloni che piace a Feijóo perché “unisce legalità e umanità”

Giorgia Meloni è entrata nell’arena politica con proposte e promesse che hanno sorpreso molti per la loro natura di destra, soprattutto riguardo all’immigrazione. Ma ora diversi leader europei vedono l’Italia come un esempio da seguire per quanto riguarda il loro modello migratorio. Uno di loro è il presidente del Partito popolare (PP), Alberto Núñez Feijóo, che giovedì si recherà a Roma incontrare il cofondatore di Fratelli d’Italia per conoscere meglio il suo modello di immigrazione che “coniuga legalità e umanità”, nonché per elaborare una strategia di internazionalizzazione della migrazione irregolare. Ma quali sono gli sforzi della Meloni per debellarlo?

Tra i più controversi ci sono relativi ai salvataggi in alto mare effettuati da navi di ONG. Questo viene ricordato, appunto, il caso Mani aperte per il quale la Procura chiede ora la reclusione per sei anni di Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno.

La politica, fissata per il 2022, prevede l’obbligo per le navi che trasportano migranti trovati in mare di avere il permesso di raggiungere la terra, nonché il divieto di viaggiare verso terra. più di un salvataggio in un viaggio. Una volta ottenuto il permesso, possono recarsi nei porti, ma nei porti designati e che non sempre soddisfano i criteri di distanza. Norme che, oltre a far arrabbiare queste organizzazioni, il mancato rispetto richiedono anche sanzioni significative.

Dall’altro, l’accordo che l’Italia mantiene – attraverso l’Unione Europea (UE) – con Libia e Tunisia, considerato un paese non sicuro. Una certa somma di denaro viene investita in questi paesi per combattere l’immigrazione irregolare da lì, sia attraverso l’intercettazione in mare, sia attraverso la chiusura totale delle frontiere da parte delle autorità di questi paesi. Un’iniziativa che non piace anche alle organizzazioni per i diritti umani, visto che è in pericolo il rispetto dei diritti delle persone.

L’ultimo è un patto raggiunto con la vicina Albania, in base al quale, in attesa della ratifica, i migranti dovranno attendere i permessi di asilo per entrare in Italia. A questo scopo si sta valutando la costruzione di due centri di detenzione con finanziamenti e personale italiano, ma sul territorio albanese. Va notato che questo paese non è membro dell’UE.

Per la precisione, il governo italiano ha in programma di costruire un nuovo centro di detenzione nel Paese in cui si trova Prolungheranno il soggiorno per un massimo di 18 mesi per il rimpatrio. Allo stesso modo, Amnesty International ha denunciato che questi progetti intendono attuare “procedure di frontiera” contro persone provenienti da “paesi sicuri” in cerca di asilo, il che significa la detenzione automatica delle persone in base alla loro nazionalità.

Alberto Baroffio

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