L’Italia è leader nella lotta all’intelligenza artificiale? Il paese ha annunciato venerdì che avrebbe bloccato il chatbot ChatGPT a causa delle preoccupazioni relative all’utilizzo dei dati.
In un comunicato stampa, il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha avvertito che la sua decisione avrebbe “effetti immediati” e ha accusato ChatGPT di non rispettare le normative europee e di non disporre di un sistema per verificare l’età degli utenti minorenni.
Le autorità italiane hanno sottolineato in un comunicato stampa che ChatGPT “il 20 marzo ha subito una perdita di dati relativi alle conversazioni degli utenti e di informazioni relative ai pagamenti dei clienti dei servizi a pagamento”.
Lo ha anche criticato per “l’assenza di registrazioni di informazioni per gli utenti, i cui dati vengono raccolti da OpenAI […] con l’obiettivo di “addestrare” gli algoritmi che fanno funzionare la piattaforma.”
Nuovi problemi
La stessa istituzione ha bloccato all’inizio di febbraio l’app Replika, che permette di chattare con avatar creati appositamente. Alcuni utenti si sono lamentati di aver ricevuto messaggi e immagini troppo osceni, al limite delle molestie sessuali.
Questa volta l’Autorità ha chiesto a OpenAI di “comunicare entro 20 giorni le misure adottate” per porre rimedio alla situazione, “pena sanzioni fino a 20 milioni di euro”.
Il caso dimostra che il Regolamento europeo sui dati personali (GDPR), che ha comportato multe da miliardi di dollari per i giganti della tecnologia, potrebbe anche essere un nemico per la nuova intelligenza artificiale che genera contenuti.
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