Puigdemont ha difeso l’incontro Junts-PSOE in Svizzera, criticato: “Associano l’accordo con il nemico come un atto di debolezza, codardia o tradimento”
L’ex presidente della Generalitat della Catalogna, Carles Puigdemont, ha difeso l’incontro di domenica tenutosi dai rappresentanti del suo partito, Junts per Catalunya, insieme al resto del PSOE a Ginevra (Svizzera). “Il trattato manca del prestigio sociale che sfortunatamente hanno coloro che si sono impegnati a spargere sangue per salvare il Paese”, ha scritto nel suo messaggio sul nemico – che è stato un atto di debolezza, codardia o tradimento”.
Il giorno dopo il controverso incontro, tenutosi in Svizzera alla presenza di mediatori internazionali, il leader degli Junts, fuggito dalla giustizia spagnola nel 2017 dopo aver proclamato l’indipendenza della Catalogna e allo stesso tempo sospesa, ha difeso l’incontro. “Chiunque penserebbe che invece che sulla politica, stiamo duellando sull’onore”, ha spiegato.
Ha anche criticato “l’atavismo, profondamente radicato nella cultura spagnola” che fa dell’orgoglio o dell’umiliazione le “due possibili alternative” quando si tratta di negoziati. Va ricordato che lui stesso fu accusato di tradimento dagli indipendenti quando, poco prima di proclamare l’indipendenza, scelse di indire le elezioni, accusa che lo indusse a riconsiderare la sua posizione e a proclamare l’indipendenza, anche solo per rinviarla. in pochi secondi e scappa. .
“Nella bolla in cui vivono (e scrivono, parlano, esprimono le loro opinioni) i nobili contemporanei, il patto manca del prestigio sociale che purtroppo ha il testosterone di chi si impegna a versare sangue per salvare il Paese; Ecco perché associano la conclusione di trattati con un nemico – o con dei nemici – come un atto di debolezza, codardia o tradimento”, ha spiegato, prima di difendere “l’epica sgonfiata”.
Infine, ha ironizzato sul fatto che le riunioni del suo partito e del PSOE in Svizzera siano state criticate e non sia mai stata espressa preoccupazione “ogni volta che i precedenti capi di Stato si sono recati in Svizzera”, riferendosi all’opaco rapporto del re emerito Juan Carlos I. “E guarda, avevano il l’opportunità di dire qualcosa, di seguirlo, di vedere con chi si incontrava, di cosa stavano parlando e di esigere trasparenza. Oppure chiedi ai ministri se sanno qualcosa”, ha scritto ironicamente in una postfazione al suo messaggio.
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