Pierre Fautrel, Hugo Caselles-Dupré e Gauthier Vernier sono tutti nati nel 1993, in un’epoca in cui l’eurodance era ancora all’orizzonte politico e quando giovani artisti come Damien Hirst cominciavano ad abbandonare la formaldeide.
Due amici d’infanzia incontrarono un terzo amico al liceo per un interesse comune: la fantascienza. Zona Esterna di Alain Damasio è uno dei loro libri sul comodino. Studi di economia per due, matematica per il terzo, ora vivono insieme! Siamo quasi alla fine della serie Teoria del Big Bang tranne che esiste un solo ricercatore scientifico, specializzato in intelligenza artificiale.
Proprio come Damasio, anche loro vogliono superare il rapporto con la tecnologia, per immaginare il futuro che ci aspetta. Lo fanno con le immagini sin dalla scoperta della tecnologia una notte del 2016. Per fare questo, usano un tipo di algoritmo che prende un’immagine massima come input e l’obiettivo è “non per farne un ennesimo o una copia, ma un nuovo esempio“. Così hanno realizzato il 15001esimo ritratto.
È stata una prima mondiale e una sorpresa: nel 2018, un ritratto di Edmond de Bellamy generato dall’intelligenza artificiale, stimato a $ 10.000, è stato venduto per $ 432.500 all’asta da Christies’. Ora devono diventare artisti.
Spirito di iniziativa
La follia o la sindrome dell’impostore avrebbero potuto attanagliarli, ma invece si sono avvicinati al sequel come a un secondo album, con soldi da guadagnare liberamente. E allora eccoli lanciati, con nuovi strumenti che pochi conoscono, con il tempo che avanza, con lo spazio, stanno lavorando poco a poco. L’accoglienza è stata disomogenea, si potrebbe dire che l’argomento crea divisioni. Il loro logo, l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci. Si ispirarono al Rinascimento italiano, nell’idea di utilizzare strumenti per perfezionare la tecnica artistica. I tre ammettono di non aver bisogno di preoccuparsi di essere creativi, cercando di unire scienza e arte.
Documentario su Chiaramente, Hacker d’arteuscirà sugli schermi il 22 novembre 2023.
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