“Sottovalutano le organizzazioni criminali”

L’Italia si pronuncia contro le catene di ristorazione ‘Mafia a tavola’. Dopo che il gruppo ha firmato un accordo di sponsorizzazione con la società di basket Casademont Zaragoza, l’ambasciatore del Paese transalpino, Giuseppe Buccino, ha inviato una lettera di protesta al suo presidente, Reynaldo Benito.

Nella lettera accessibile a elEconomista.es, si precisa che nel comunicato pubblicato per annunciare l’accordo tra la società e il club di basket si precisava che ‘La Mafia siede a tavola’ “è un marchio di ristorazione italo-mediterraneo (. ..) riferimento e fedele importatore della gastronomia italiana in Spagna, garantendo materie prime di qualità e un menu dagli autentici sapori italiani.”

Tenendo presente tutto ciò, l’ambasciatore ha risposto “La mafia rappresenta un fenomeno criminale” e che “molti sforzi e ingenti risorse vengono dedicate al suo contrasto, non solo a livello del Governo italiano, ma anche a livello dell’Unione Europea, la criminalità organizzata costituisce una seria minaccia alla sicurezza, all’economia legale e alla convivenza.

Per l’Ambasciatore italiano, “associare al concetto mafioso di ospitalità e relax, basato sul fatto che la mafia si siede a tavola per condividere un pasto, contribuisce a semplificare le attività illecite e gli errori commessi da quell’organizzazione che ruotano intorno alla violazione la legge.” – vorrei sottolineare – i valori fondamentali dell’Unione europea, come il rispetto della dignità umana e della libertà.

concetto offensivo

Buccino ha inoltre ricordato che l’EUIPO, che ha sede ad Alicante, e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, hanno discusso la questione della registrazione del marchio ‘Mafia siede al tavolo’ ed entrambe le organizzazioni hanno sottolineato che ” contrario all’ordine pubblico e offensivo“, non solo per le vittime di questa organizzazione criminale e per i loro familiari, ma anche per chiunque, nel territorio dell’Unione, si trova di fronte a tali segnali e possiede una soglia media di sensibilità e tolleranza.”

L’Ambasciatore ha concluso in modo convincente Non si può associare un marchio allo sport “come se fosse qualcosa di normale” e ha sottolineato che si tratta di qualcosa che “provoca sentimenti di disagio in ogni italiano, anche se si trova in un Paese tanto amato e vicino come la Spagna, e colpisce sempre più persone, indipendentemente dalla loro nazionalità”.

La mafia seduta al tavolo è una rete appartenente al Grupo La Mafia, un’azienda in crescita e che possiede anche i marchi Ditaly, catena di pizzerie, e La Boutique Italian Food. Nell’ultimo anno fiscale, le sue vendite sono aumentate del 53,2%, raggiungendo i 72 milioni di euro, che non solo è stato un record ma ha anche superato le previsioni fatte per quest’anno fiscale.

L’azienda prevede di chiudere il 2023 con una crescita del 35%, dopo aver chiuso gennaio e febbraio con un aumento delle vendite del 36% rispetto al 2022. Lo scorso anno l’azienda aveva annunciato piani di espansione con l’obiettivo di raggiungere 100 business unit entro la fine del 2023. Solo nel 2022, il gruppo aprirà più di una sede ogni mese, per un totale di 13 ristoranti aperti, e il suo primo flagship a Madrid è di 1.000 metri quadrati nel quartiere finanziario di Azca, chiudendo l’anno con una rete di 72 unità.

Proprietario e fondatore del gruppo è l’imprenditore di Saragozza Javier Floristán, che si è ispirato al libro omonimo La mafia a tavola, un libro di cucina di Jacques Kermoal e Martine Bartolomei che ruota intorno al gusto malavita di riunirsi attorno a una tovaglia per celebrare un anniversario o un successo, fare strategie o concludere le giornate dei membri della Famiglia.




Giacomo Sal

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