L’Italia bandirà il numero 88 dal calciolo ha annunciato martedì il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, firmando una dichiarazione d’intenti misure contro l’antisemitismo negli stadi.
88 è il numero che i neonazisti usano come motto È l’equivalente del grido “Heil – lunga vita o grandine – Hitler”, poiché H è l’ottava lettera dell’alfabeto.
Oltre a cancellare la maglia dell’88, il documento vieta ai tifosi di utilizzare qualsiasi simbolo che possa incitare al nazismo e all’antisemitismo, ritiene i soci del club responsabili di linguaggio discriminatorio e regolamentare l’interruzione della partita se c’è una canzone di natura discriminatoria.
Il calcio italiano è noto per episodi di razzismo e antisemitismo negli stadi due schieramenti si distinguono sotto questo aspetto increscioso: Lazio ed Hellas Verona. Nell’ultima classica romana, gli ultras laziali ne hanno dato prova quando tra loro è emerso un neonazista con il numero 88 e come nome “Hitlerson”.
Un altro episodio memorabile in casa Lazio ha visto protagonista il calciatore Paolo Di Canio, che durante la sua permanenza al club ha festeggiato il suo gol con il saluto fascista tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni 2000. L’ex attaccante ha addirittura il tatuaggio di Benito Mussolini.
COSÌ, due giocatori devono cambiare il proprio numero dopo aver utilizzato 88 nell’ultima stagione di Serie A: centrocampista croato Mario Pasalicdell’Atalanta, e dei loro colleghi e connazionali Bevande di basedel Lazio per l’esattezza.
Lega dei numeri eccentrica
Tienilo a mente nel campionato italiano era frequente l’uso di cifre elevate, cosa ancora rara nel calcio mondiale. Ad esempio, nell’Inter, vice campione d’Europa, il belga Romelu Lukaku indossa la maglia 90, il difensore Alessandro Bastoni, 95, e il croato Marcelo Brozovic, 77. Rientrano in questa categoria. l’ex colombiano dell’Estudiantes de La Plata Duván Zapata, che ha vestito la maglia del 91 all’Atalanta.
Quando Buffon si pente
Anche fu utilizzato all’epoca da Gianluigi Buffon che ne divenne un simbolo, suscitò grandi polemiche e alla fine si ritirò. Il portiere scelse il numero 88 nella stagione 2000/01 quando era ancora al Parma, ma dopo le critiche passò al numero 77. “È stato un errore”, ha poi ammesso.
Non è questa l’unica battuta d’arresto per Gianluigi, che oggi in Serie B ha effettuato una parata all’età di 45 anni, visto che ha anche dimostrato di cosa è capace con espressione di Mussolini inciso sui suoi arcieri-tuffatori, anche se in seguito spiegò di ignorare le loro origini.
“C’è così tanto da fare”
Il documento è firmato da Piantedosi; Ministro dello Sport e della Gioventù, Andrea Abodi; il coordinatore nazionale della lotta all’antisemitismo, Giuseppe Pecoraro; e il presidente della Federcalcio italiana, Gabriele Gravina.
“I contenuti contenuti in questa dichiarazione di intenti sono per noi vincolanti non solo moralmente ma anche per il salto di qualità culturale che vogliamo realizzare”Ha detto Dimora.
Intanto Piantedosi osserva: “Ci sono tante cose che si possono fare nel mondo dello sport”.
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