Un soldato in uniforme grigia ha bloccato la porta d’ingresso con il suo corpo. Pertanto, ha segnalato al capostazione che era in corso un’ispezione. Quattro dei suoi colleghi hanno superato 12 macchine con un pettine a denti fitti in cinque minuti. Chi può varcare il confine italo-svizzero senza dichiarare merci da dichiarare o una somma in contanti superiore a 10.000 euro o franchi, come previsto dalla legge italiana?
“Piccoli indizi – qualcuno che finge di dormire, legge un libro capovolto, uno sguardo furbo… – consente all’occhio esperto dell’ufficiale di decidere chi è un sospetto o identificare un passeggero per il quale abbiamo ricevuto una segnalazione”, ha risposto Michele Rucci, italiano comandante del Gruppo Guardia delle Finanze (GdF) nel quartiere di confine di Ponte Chiasso. Siamo nell’ufficio delle autorità italiane alla stazione di Chiasso, porta meridionale della Svizzera. Adiacente, il Centro per la cooperazione di polizia e doganale serve a facilitare lo scambio di informazioni con l’Italia su alcuni reati, tra cui quelli economici e finanziari.
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