Come gli italiani si costringono a smettere di fumare

Il Sirki Act, intitolato all’allora Ministro della Salute, che nel gennaio 2023 introdusse vent’anni fa in Italia una legge che vietava il fumo al chiuso, suscitò feroci attacchi da parte delle multinazionali che producono sigarette, ma anche il compiacimento dei cittadini che si rendono conto che la legge questo protegge la loro salute, e quindi la loro vita.

La situazione è sicuramente cambiata in questi vent’anni, anche se la pandemia ha nuovamente provocato un aumento del numero dei fumatori.

“La situazione è migliorata enormemente e gli italiani sono abituati a non fumare a finestre chiuse e ad essere infastiditi dal fumo nei ristoranti dei paesi dove è consentito”. Fino al 2020 abbiamo visto un progressivo calo del numero di fumatori, ma purtroppo con la pandemia il numero è aumentato del 24%. In Italia fumano più uomini che donne e più al sud che al nord.

Le malattie associate al fumo sono, innanzitutto, il cancro ai polmoni, l’ostruzione bronchiale, lo sviluppo di enfisema, l’esacerbazione di malattie croniche come l’asma, ma anche una serie di malattie legate al sistema cardiovascolare: rischio di infarto o ictus, peggioramento della demenza , che colpisce la fertilità e il fumo è anche associato a tumori del pancreas, del fegato e dello stomaco”, ha affermato la dottoressa Francesca Puggioni, specialista in malattie respiratorie, dell’ospedale “Humanitas Milano”.

Anche la professoressa Francesca Puggioni ha spiegato i pericoli delle sigarette elettroniche.

“Sfortunatamente, la percezione pubblica è sbagliata che le sigarette elettroniche siano meno pericolose. Quelle liquide non ci espongono al catrame, ma a vapori pieni di nicotina, e la confezione non dice quale sia la percentuale di nicotina, quindi la gente ne consuma di più. Le conseguenze sono le stesse, l’unica differenza è se ci troviamo in uno spazio chiuso o aperto. I danni del fumo sono proporzionali alla concentrazione di sostanze nocive nell’aria oltre che all’abitudine, es. se una persona è esposta al fumo passivo quotidianamente o solo saltuariamente. “Recenti ricerche hanno dimostrato che 20 sigari al giorno riducono di 4,6 anni l’aspettativa di vita delle persone che iniziano a fumare all’età di 25 anni e che fumare ogni settimana richiede un giorno per vivere”, ha affermato Pujonieva.

Sono stati aperti molti centri per smettere di fumare che consentono un monitoraggio più attivo delle persone che fumano.

Il ministro della Salute italiano, Skilacci, ha annunciato che proporrà un divieto nazionale di fumare in molti luoghi aperti, un divieto di fumare sigarette elettroniche al chiuso e un divieto di qualsiasi pubblicità contenente nicotina.

Gaetana Giordano

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