La nuova leader dell’opposizione in Italia Elly Schlein.
A Giorgia Meloni il nuovo leader del Pd suggerisce una netta e antagonista opposizione
È riuscito a mobilitare gli elettori di sinistra, ma ora deve affrontare un partito diviso
La sua posizione più a sinistra centro sinistra sul vassoio per Matteo Renzi
La scorsa settimana l’Italia ha votato, nel processo delle primarie PD, il principale partito di sinistra, la persona che guiderà l’opposizione nel Paese transalpino nei prossimi anni. Gli elettori progressisti sono rimasti disillusi per anni senza una proposta convincente, l’opzione vincente è quella che riesce a presentarsi come la più innovativa, la più dirompente, con il tradizionale rictus politico sull’orlo. Era Elly Schlein, ex eurodeputata e deputata dalle ultime elezioni, cioè stella splendente di sinistra che con la sua elezione è riuscito ad aprire un nuovo capitolo della politica italiana. Resta da vedere cosa otterrà, ma il cambio di formato è già un dato di fatto: L’Italia per la prima volta ha due donne antagoniste a capo di due partiti principali. A tu per tu, due profili che dominano la comunicazione come nessun altro, Giorgia Meloni a capo del governo e lui a capo dell’opposizione, segnano una svolta nello scenario politico o, almeno, nella storia.
vittoria da Elly Schlein proponendo un cambio di rotta nel Pd, e possibilmente nella sinistra italiana. Non solo perché per la prima volta una donna guiderà un partito che ha sempre avuto un uomo al potere e alla guida, ma anche. Ma anche per quello che rappresenta la sua candidatura: un esterno al partito che spera, con la sua rielezione, di svoltare a sinistra di un Pd da tempo fuori posizione. baricentro permanente. Elly Schlein è anche (quasi) un agente esterno. Era iscritto nel Pd quando è stato deputato europeo, dal 2014 al 2019, poi da fuori, con una lista sostenuta dalle cosiddette “sardine”, i movimenti cittadini che promuovono la politica in alcune ex regioni italiane. pandemia – è arrivato al vicepresidente della regione Emilia-Romagna. Non ha riottenuto la tessera del partito fino a poche settimane fa, quando la sua candidatura a segretario generale è stata vox populi. Ma, a parte il formalismo, egli, sebbene supportato da alcuni apparati, rappresenta sostanzialmente la novità: nel formato, nella lingua e negli obiettivi politici.
Questa idea ha rassicurato gli elettori, molti dei quali sono rimasti delusi dal Pd, o dalla sinistra in generale, negli ultimi anni, e che domenica scorsa hanno deciso di votare aperto a tutti i cittadini, non solo a quelli che fanno parte del partito. Schlein è stato eletto, quindi, in un’elezione a cui hanno partecipato più di un milione di persone esterne al partito che hanno deciso di partecipare a questa decisione. Dunque, senza essere stato scelto dalla formazione che ora dirige e di cui è chiamato a rispondere. «Lui rappresenta il rinnovamento ed è quello che ha convinto una parte della popolazione che per anni ha orbitato intorno al Pd ed è tornata a Schlein, ma questo non significa che il blocco degli elettori di sinistra sia con lui. Per ora vedo ancora molto scetticismo, interpreto questo momento come un punto di partenza per il rinnovamento, ma c’è ancora molta strada da fare”, Dire Sergio Labate, Docente di Filosofia all’Università di Macerata.
“Non puoi addossare a una persona, a lui in questo momento, la responsabilità di ricostruire tutta la sinistra. Quello che deve esserle successo è stato un fattore genere, è stato irremovibile, a differenziarsi dalla Meloni perché non sono la stessa cosa comando femminile che femminista. L’analisi mostra che ha mobilitato un gran numero di donne che hanno votato per lui. A parte questo, c’è un altro fattore che lo differenzia davvero e cioè la caratteristica di discontinuità all’interno del partito, ovvero qualcuno che costruisce una leadership che è strettamente legata alla cultura, fino ad ora parte del partito è entrata nelle dinamiche della vita. insulto al mondo intellettuale. Ma gli è venuto naturale”, ha aggiunto il filosofo, spiegando il cambio di profilo del leader che il nuovo segretario ha richiesto.
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Qual è il tuo tema principale?
Labate ha spiegato che la questione principale che determinerà il suo futuro politico sarà la sua capacità di confrontarsi con il proprio partito e attenersi all’agenda di sinistra che ha sempre difeso e, soprattutto, il problema della guerra in Ucraina. “Deve saper sacrificare l’unità di partito su alcune questioni per potersi distinguere appieno., per inaugurare una nuova era e lì sarà centrale il tema della consegna delle armi e della strategia pacifista, avvicinandolo al M5S. Aspetto condiviso dal professore di Scienze Politiche dell’Università di Padova, Fabrizio Tonello, che vede nella capacità di sottrarsi completamente al discorso atlantista una delle grandi sfide, come l’ex segretario generale del Pd, Enrico Letta, e padroneggiando nuovi discorsi, soprattutto se la guerra si trascina.
Il secondo grande problema, che segnerà la sua figura di leader dell’opposizione, e che potrebbe restituire al partito quella che il professor Tonello considera fondamentale, “una prospettiva”, è la questione dell’immigrazione. Dopo i terribili eventi al largo della costa calabrese e con un’indagine in corso su quanto accaduto quella mattina, compresa una catena di salvataggio fallita, Elly Schlein ha visitato ground zero lo stesso giorno del presidente repubblicano Sergio Mattarella, lanciando un chiaro messaggio politico, mentre Meloni era in un viaggio istituzionale in India. Questo è sicuramente uno dei punti di forza del nuovo leader che intende costruire un discorso antagonistico sulla politica migratoria del governo. Questa volta senza ma. Prese le distanze, così, dalle decisioni del proprio partito prese negli anni in materia, in un procedimento analogo a quello oggi conservato di diritto. “Questo è probabilmente il momento giusto per spingere il discorso migratorio, l’Italia deve iniziare ad assumersi la responsabilità dello spopolamento che sta già colpendo il settore produttivo, l’accettazione dei migranti è una soluzione che può essere abbracciata dalla sinistra nel loro discorso”, ha affermato professore di Scienze Politiche all’Università di Bologna Salvatore Vassallo.
“Non ha rischiato altri politici che, nel suo caso, sono saliti come schiuma e nel giro di pochi mesi sono diventati personaggi alla moda, come nel caso di Salvini o Renzi, che poi hanno peccato di egocentrismo. Il grosso rischio è che una posizione più di sinistra lo allontani dal grande pubblico, dal grande elettoratoe rimane ridotto a un angolo di sinistra che parla, insomma, a una piccola frazione dell’elettorato”, ha detto Vasallo.
Renzi vuole impadronirsi del centrodestra
Dopo la vittoria di Schlein le cose sono cambiate non solo per il Pd. Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio e fondatore del ramo democratico del Partito Viva Italia, ha annunciato la formazione di un partito unico con il suo candidato alle elezioni dello scorso settembre, Carlo Calenda di Azizone. L’intenzione del politico Fiorentino è quella di cambiare il centrodestra, la minuscola Camera che al momento ha meno dell’8% dei consensi.e che era entrato in Parlamento per il suo patto di sopravvivenza con Calenda, al “terzo polo” centrico, al di là di destra e sinistra. L’obiettivo sono le elezioni europee del 2024 ed entrambi i leader vogliono fare appello agli elettori moderati che non si sentano rappresentati dal Pd di sinistra che Schlein vuole costruire. Ma non solo, cercheranno anche parlamentari che non sono disposti a concordare con la nuova linea dei leader dell’opposizione e cercano un orientamento politico più centrista. “Reclutare parlamentari scontenti è facile, ma non sempre porta voti. Il Pd ha lottato per anni ma per mantenere il marchio Renzi deve ancora costruirlo”, ha detto il politologo Fabrizio Tonello. “Sicuramente non vede Schlein come un nemico, I suoi gol a sinistra potrebbero renderlo, paradossalmente, ancora più grande”. aggiungeva il filosofo Labate.
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