SHANGHAI (Reuters) – Doveva essere un piccolo regalo per i frequentatori dello stand e poi si è trasformato in un fastidio di Internet per BMW: il gelato gratuito presso lo stand della controllata BMW Mini al salone dell’auto di Shanghai ha acceso la discussione sul social network Weibo.
Gli utenti accusano la casa automobilistica di Monaco di discriminazione. Il personale dello stand preferisce gli stranieri ai visitatori cinesi. Mini si è scusato per l’incidente e ha annunciato che sarebbe stato meglio formare il personale dello stand.
BMW distribuisce gelati gratuiti presso i mini stand. Un video mostra due visitatori cinesi respinti perché il ghiaccio si è esaurito. Non molto tempo dopo, però, un visitatore occidentale ne ricevette un’altra porzione. La parola chiave “BMW Mini” si è poi posizionata al secondo posto nelle ricerche su Weibo con oltre 93 milioni di click; molti utenti hanno espresso commenti negativi sull’incidente, che secondo i media locali è avvenuto mercoledì.
Qualcuno che ha familiarità con il processo ha detto che lo stand aveva ordinato 300 porzioni di gelato per i commensali. Questo ghiaccio si era esaurito quando si è verificato l’incidente. I visitatori occidentali sono dipendenti BMW. Gli addetti allo stand non sono dipendenti a tempo indeterminato di BMW, ma sono assunti come lavoratori temporanei solo per fiere.
Negli ultimi anni, i consumatori cinesi hanno ripetutamente reagito in modo sensibile al comportamento delle aziende straniere e nazionali. Alcune di queste proteste sono iniziate come una tempesta sui social network e poi sono finite in boicottaggi. Il successo di Dolce & Gabbana del 2019: il marchio di moda di lusso sta vedendo affari più deboli dopo che star e utenti sui social media hanno svergognato una campagna pubblicitaria come razzista. L’azienda italiana si è scusata e ha parlato di “malinteso culturale”. L’abbandono del cotone della provincia uigura dello Xinjiang ha provocato il boicottaggio da parte dei clienti cinesi di molti produttori di moda occidentali, tra cui Adidas, Nike e Puma. Gli influencer chiedono uno sciopero dell’acquirente.
(Segnalazione di Brenda Goh, Qiaoyi Li, Ethan Wang e Christina Amann, a cura di Hans Seidenstücker. In caso di domande, contattare il nostro team editoriale all’indirizzo Berlin.Newsroom@thomsonceiving.com (per politica ed economia) o Frankfurt.Newsroom@ thomsonreuters .com (per aziende e marketplace)
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