L’inflazione in Italia è scesa di nove decimi a febbraio, al 9,1%, a causa del calo dei prezzi dell’energia

MADRID, 16 marzo (EUROPA PRESS) –

Il tasso annuo di inflazione in Italia ha raggiunto il 9,1% a febbraio rispetto al 10% registrato nel mese precedente, principalmente a causa del calo dei prezzi dell’energia, secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat).

Il contenimento dei prezzi ha risposto al calo del 16,4% dei costi energetici regolamentati, che ha approfondito il calo del 4,4%. Nel frattempo, i costi energetici non regolamentati hanno moderato i loro guadagni al 40,8% dal 59,3% di gennaio.

Al contrario, gli alimenti trasformati e gli alcolici sono diventati più costosi del 15,5% (0,6% in più), gli alimenti non trasformati dell’8,7% (0,7% in più) e il tabacco dell’1,8% rispetto allo 0% di partenza. Inoltre, anche i servizi per il tempo libero e la cura della persona hanno spinto verso l’alto l’inflazione, del 6,1% (0,6% in più), ei trasporti, che sono cresciuti dello 0,5% e si sono mantenuti al 6,4%.

Pertanto, l’indice sottostante, che esclude i prezzi dell’energia e degli alimentari a causa della loro maggiore volatilità, si è attestato a febbraio al 6,3%, tre decimi in più rispetto a gennaio. Su base mensile, l’aumento generale dei prezzi è stato dello 0,2% nel secondo mese dell’anno.

Da parte sua, il tasso di inflazione rettificato, un riferimento a Eurostat, è sceso di nove decimi al 9,8%. Tra le quattro maggiori economie dell’Eurozona, secondo l’Istituto Europeo, il tasso di inflazione in Italia è stato il primo massimo a febbraio, dopo aumenti del 9,3% in Germania e del 7,2% in Francia, mentre in Spagna i rincari sono saliti a 6, 1%.

Alberto Baroffio

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