Un poster de Il Padrino è appeso nel soggiorno di una delle case sicure per i mafiosi arrestati questa settimana in una città siciliana
21 gennaio 2023 . Aggiornato alle 05:00.
Campobello di Mazara è una città di circa 11.000 abitanti situata a pochi chilometri dal mare, nella Sicilia occidentale. Fino a pochi giorni fa nessuno lo conosceva, mentre adesso viene citato su tutti i media, italiani e mondiali. Qui è dove vive, almeno negli ultimi mesi, Matteo Messina Denaroil capomafia è stato arrestato lunedì. E da martedì la città pullula di forze dell’ordine in tuta bianca e poliziotti scientifici. Messina è riuscita a sfuggire alla giustizia per 30 anni, e come ultima leader del brutale clan Corleone della mafia siciliana, Cosa Nostra, è a conoscenza di un segreto che i magistrati antimafia del paese transalpino hanno cercato di scoprire per decenni. Ecco perché vengono utilizzate le tecniche più avanzate per trovare bunker nascosti, casseforti e buchi usati per nascondere documenti o denaro.
Dal suo arresto all’inizio di questa settimana, sono state ritrovate tre case dove il capo abitava o abitava a Campobello di Mazara. Nel soggiorno della prima casa trovata dagli investigatori, appeso un poster di Marlon Brando nel primo film della trilogia Padrinoe un altro che descrive il personaggio di Joker. Sotto, come riportato ieri dai media italiani, c’è anche la frase: “C’è sempre una via d’uscita, ma se non riesci a trovarla, distruggi tutto.”
Matteo Messina Denaro sì varie identità false e molti nascondigli. Segno della prudenza ossessiva che gli aveva permesso di evitare la cattura per trent’anni, ma anche dell’appoggio che aveva. Non sarebbe in grado di avere più case sicure o ottenere le cure per il cancro di cui ha bisogno senza la sua rete di complici e aiutanti. Come Giovanni Luppino, il commerciante di olive che lunedì ha portato Messina in una clinica a Palermo, capoluogo della Sicilia, ed è stato arrestato con lui. Nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Luppino, accusato di associazione mafiosa, si legge che poco prima di essere arrestato dai carabinieri Messina gli disse: “È finita”.
Il caso di Matteo Messina Denaro è un esempio emblematico del perché la mafia sia sopravvissuta per decenni, nonostante la continua lotta alla criminalità organizzata da parte di magistrati e forze dell’ordine. E può contare sull’appoggio di quella che è la cosiddetta borghesia mafiosa, composta da avvocati, commercialisti, consulenti, persino medici, e con una parte della popolazione che accetta opportunità di introiti illeciti e forme alternative di “assistenza sociale” ”. ”.
Ampia documentazione
Il susseguirsi di appartamenti e rifugi utilizzati dai messinesi a Campobello di Mazara ha sbalordito molti italiani. Gli investigatori hanno catalogato tutto ciò che hanno trovato nell’appartamento e nel nascondiglio mentre lo perquisivano. Sullo stesso piano dove sono appesi i poster del Padrino e del Joker, c’è una specie di ufficio, con una scrivania. Questo è Messina conservare documenti e registrazioni catalogato in varie cartelle; Scrivi diario personale, dove ha anche commentato le vicende politiche italiane; Y ha scritto le sue spese: circa diecimila euro al mese, secondo quanto riportato ieri dai media. Ma c’è anche un sacco di carta con iniziali e numeri da decifrare. Un vero tesoro per i ricercatori.
Nel frattempo, al carcere Le Cotarelle, a L’Aquila (Italia centrale), Messina si stava sottoponendo al suo primo ciclo di chemioterapia dal suo arresto. Un ambulatorio è stato allestito proprio davanti alla sua cella per evitare di essere trasferito fuori dal carcere. Il giudice antimafia non ha corso rischi.
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