Il Partito Democratico italiano sospende l’eurodeputato Andrea Cozzolino per il suo presunto coinvolgimento nel ‘Qatargate’

MADRID, 16 dicembre (EUROPA PRESS) –

Il Partito Democratico (PD) ha annunciato questo venerdì che l’eurodeputato Andrea Cozzolino, capo della delegazione del Parlamento europeo sui rapporti con il Maghreb, è stato sospeso “con cautela” come membro della formazione italiana di centrosinistra nel quadro dello scandalo da “Qatargate”.

“I deputati hanno deciso di sospendere temporaneamente la stimata Andrea Cozzolino dall’elenco degli iscritti e degli elettori del Pd, nonché da tutti gli organi di partito di cui dovesse eventualmente far parte”, si legge in una nota del partito.

La decisione, assunta dalla Commissione nazionale di garanzia, avrà efficacia “fino alla chiusura dell’istruttoria in corso da parte della Magistratura” e mira, come difende il partito, “a tutelare l’immagine” del Pd, che fa capo all’ex premier Ministro Enrico Letta.

Francesco Giorgi, partner dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili e arrestato in un’operazione anti-corruzione per tangenti pagate dal Qatar, giovedì ha coinvolto Cozzolino in una dichiarazione alla polizia.

Come riportato dal quotidiano ‘Le Soir’, Giorgi, assistente parlamentare di Cozzolino, ha riconosciuto il suo ruolo nell’organizzazione utilizzata dal Qatar per corrompere parlamentari e assistenti al Parlamento europeo per guadagnare peso politico ed economico nell’Unione europea.

In questo modo, ha assicurato di essere responsabile della gestione dei pagamenti, suggerendo che Cozzolino e l’eurodeputato belga Marc Tarabella avrebbero beneficiato del complotto attraverso l’ex deputato italiano Pier Antonio Panzeri.

Documenti accessibili ai giornali belgi mostreranno i contatti di Panzeri, Cozzolino e Giorgi con l’intelligence marocchina e con l’ambasciatore marocchino in Polonia, Abderrahim Atmun. Nell’ambito dell’operazione, la polizia belga ha recuperato oltre 1,5 milioni di euro in contanti durante una perquisizione della moglie dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili e di Panzeri.

L’arresto del padre del socialista greco in un albergo di Bruxelles con valigie piene di “diverse centinaia di migliaia di euro” in contanti ha rivelato un “reato flagrante” e questo ha permesso alle autorità di arrestare l’allora vicepresidente, che è stato rimosso dall’incarico il Martedì in una votazione del Parlamento europeo.

Mercoledì il tribunale di primo grado di Bruxelles ha prorogato le carcerazioni preventive imposte ad alcune delle persone detenute nel complotto. Nel caso di Kaili, anche lui rimarrà in carcere almeno fino a quando non comparirà in tribunale giovedì prossimo, 22 dicembre.

Alberto Baroffio

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