MADRID, 17 novembre (EUROPA PRESS) –
Le forze di sicurezza italiane hanno arrestato dodici persone sull’isola di Sicilia per il loro presunto coinvolgimento nel traffico di immigrati clandestini, in un contesto che il governo Giorgia Meloni ha auspicato per rivedere le politiche migratorie del governo precedente.
A questa operazione hanno partecipato più di cento agenti, prendendo di mira 18 persone: undici tunisini e sette italiani. Dodici rimangono sotto la custodia delle autorità e gli altri sei devono rimanere agli arresti domiciliari mentre si svolgono le indagini, secondo la polizia.
L’indagine è partita nel febbraio 2019, a seguito delle intercettazioni di un barcone nel gelese, e ha permesso di scoprire una rete che sostiene l’ingresso irregolare di migranti dal Nord Africa verso l’Italia.
I migranti pagano tra i 3.000 ei 5.000 euro in contanti per salire sui pericolosi barconi che trasportano tra le dieci e le 30 persone provenienti dalla Tunisia. Per ogni viaggio, l’organizzazione guadagna tra i 30.000 ei 70.000 euro di profitto.
Gli investigatori hanno anche valutato che i responsabili della rete erano disposti a lasciare i migranti alla deriva se, ad esempio, c’era un problema con la macchina, secondo una dichiarazione rilasciata questo giovedì dalla Polizia italiana.
Il ministero dell’Interno stima che quest’anno abbiano raggiunto le coste italiane più di 90.000 migranti, una cifra ritenuta irraggiungibile e che, per l’esecutivo Meloni, giustifica l’adozione di misure come il veto all’ingresso delle navi di soccorso delle Ong. .
Più di 20.000 persone hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo centrale dal 2014, di cui almeno 1.365 solo quest’anno, secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM).
“Lettore certificato. Zombie geek. Avido esperto di alcol. Tipico fanatico del cibo. Praticante di viaggio.”