L’UNHCR si fida della “leadership” spagnola, quindi l’UE avanza sul patto di asilo

L’agenzia numero due difende gli aspetti positivi della migrazione contro chi fa paura, “di solito senza prove”

MADRID, 29 ottobre (EUROPE PRESS) –

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) è stato “ottimista” sulla possibilità che l’UE raggiunga un patto su migrazione e asilo prima del febbraio 2024, ritenendo che la “leadership” spagnola trarrà vantaggio dalla presidenza del blocco nel 2024.

“Incoraggiamo i negoziati”, ha affermato in un’intervista a Europa Press il Vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Gillian Triggs, alludendo a un’iniziativa che mira ad accrescere la solidarietà tra gli Stati membri e che viene rivendicata, in particolare, dai Paesi con frontiere esterne . .

Il problema di alcuni paesi dell’UE che gestiscono l’arrivo di migliaia di rifugiati nel 2015, in particolare Italia e Grecia, ha spinto la Commissione europea a cercare di promuovere riforme delle politiche migratorie e di asilo che ridefiniscano i principi di solidarietà e responsabilità nell’accoglienza. migranti che arrivano irregolarmente nell’Unione.

Le differenze tra i paesi del sud, come Spagna e Italia, che richiedono una maggiore solidarietà da parte dei partner più lontani da una frontiera esterna comune, e quelli, come l’Ungheria o la Polonia, che rifiutano categoricamente di accogliere i rifugiati che sono arrivati ​​in altri membri dell’UE, hanno ostacolato la riforma.

La Comunità Esecutiva prosegue le riforme nel 2020 con un nuovo ‘Patto di Migrazione’ proponendo solidarietà che consente ai Paesi più reticenti di compensare con altri mezzi – economici o logistici – il loro rifiuto di condividere l’onere dell’accettazione. I negoziati continuano a incontrare resistenze ma Twenty-Seven è riuscito a superare alcuni degli ostacoli, consentendo loro di pensare a un possibile accordo entro la fine del 2023.

Triggs ritiene che, se non si raggiunge un patto così completo, si concorderanno almeno alcuni “elementi” che consentiranno progressi verso la “responsabilità condivisa” tra l’intera Ue, visto che ritiene che vi siano “segnali positivi”.

L’UNHCR numero due elogia il ruolo della Spagna in questo contesto, che deve affrontare “sfide significative” provenienti in gran parte dal Nord Africa. Ritiene che le autorità spagnole continueranno a lavorare per fornire protezione “rapidamente” a coloro che ne hanno bisogno e, in caso contrario, saranno espulsi in modo “appropriato e sicuro”.

Triggs ha riconosciuto che “alcuni paesi utilizzano i migranti per scopi politici”, una “preoccupazione globale” che non desidera personalizzare, mettendo in discussione in particolare il presunto ruolo delle autorità marocchine nel picco migratorio.

FIGURE SENZA PRECEDENTI

Entro la fine del 2021, ci saranno più di 89 milioni di sfollati forzati in tutto il mondo, sia all’interno dei propri confini che già in altri paesi. Triggs ha avvertito di “numeri senza precedenti” che potrebbero continuare a peggiorare all’inizio di un conflitto o di un cambiamento climatico.

La guerra in Ucraina ha contribuito a dare “visibilità” a questo “fenomeno globale”, secondo i funzionari dell’UNHCR, che hanno elogiato le protezioni che l’Unione europea offre a questi rifugiati. Tuttavia, ha anche chiesto di risolvere le “cause sottostanti” dietro queste e altre grandi mosse, per quanto dipendesse dall’arresto del ciclo.

Triggs non vuole entrare in casi specifici come l’Italia, ma ha riconosciuto la sua “preoccupazione” che alcuni paesi che un tempo promuovevano politiche internazionali di asilo “si stiano allontanando da quei principi”.

La migrazione, inoltre, è anche un terreno fertile per messaggi di “paura” che vengono propagati, secondo Triggs, “di solito senza prove”. In questo caso è chiamato a ribaltare il discorso, perché ci sono effettivamente paesi che “hanno bisogno” di questo gruppo.

Pertanto, ha chiesto di allontanarsi dagli “aspetti negativi”, delle “preoccupazioni”, per enfatizzare le “risorse” che i migranti possono fornire per rafforzare la forza lavoro o per compensare il calo delle nascite in una società sempre più “invecchiata”.

Alberto Baroffio

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